Presepe di Polignano a Mare | Polignano a Mare
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L a frequenza con la quale, nel territorio che va dalla Valle d’itria fino al mare, si incontrano opere di questo scultore ci porta a interrogarci chi fosse. Nacque a Putignano, da cui, naturalmente, il nome, nel 1470 e morì intorno al 1539. Fu una figura di particolare rilievo nel campo artistico nel periodo del primo rinascimento meridionale.

Stefano Pugliese, meglio conosciuto come Stefano da Putignano, diffuse la sua arte dal il XV e il XVI secolo. L’ambito territoriale in cui principalmente operò fu relativo alla Puglia e alla Basilicata, disseminando opere di indubbio valore artistico.

Tuttavia, nonostante fosse questo territorio quello in maggiormente si è espressa la sua arte, la sua formazione artistica è avvenuta in Abruzzo, mentre negli anni a seguire si è affinata in seguito alla frequentazione degli ambienti culturali di Napoli e Salerno.

La gran parte della sua produzione artistica è in pietra policroma, con alcuni capolavori di rinomanza internazionale.

La più significativa espressione della sua arte si trova a Polignano a Mare, all’interno della Chiesa Matrice (al momento non visitabile). Si tratta del famoso Presepe (foto grande al centro), un’opera per la cui importanza e bellezza è stata dichiarata Momumento Nazionale e per la quale è stato anche dedicato un francobollo dalla Zecca dello Stato.

Realizzato nel 1503, il presepe è custodito all’interno della Cappella Buonospirito, in corrispondenza della base del campanile. Si tratta di un gruppo scultoreo che, sebbene è giunto a noi monco di alcuni pezzi e molto probabilmente alterato nei colori, conserva tutta la sua bellezza artistica.

blockquote author=”” link=”” target=”_blank”]L’espressione dei volti, così come i drappeggi degli abiti, rendono la scultura una delle opere più significative di Stefano da Putignano, con i personaggi rappresentati dalle statue per i quali è evidente la ricerca del reale a cui si è voluto dedicare l’artista. Anche gli stessi volti lasciano trapelare dettagli che vogliono impreziosire di realtà l’insieme scultoreo; così, la fossetta che si nota sul volto della Maria, o il volto pieno di rughe di Giuseppe danno un forte carico scenico alla composizione. Minuziosa anche la scelta di far emergere dettagli che potessero raccontare “altro”, per cui sono ben visibili gli attrezzi da falegname che pendono dalla cintura che cinge la veste di Giuseppe. Tra gli altri elementi che compongono il presepe notiamo la mangiatoia in giunco intrecciato, e gli angeli, che con molta probabilità reggevano strumenti musicali.[/blockquote]<br>

(tratto da “Mediterraneo” mensile culturale del Sud-Est barese)

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